Corso di 2° livello SSI "Dalla grotta al laboratorio"

corso II livelloSi è svolto sabato 18 maggio il corso di secondo livello SSI "Dalla Grotta al Laboratorio" organizzato dal Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino. Il corso segue in continuità con i due corsi precedenti tenutisi nel 2014 (Carso triestino: le grotte quale ecosistema ipogeo) e nel 2017 (Vita sotto il Carso, vademecum per speleologi)Questa volta è stato dato un taglio diverso all’incontro grazie ad un approccio innovativo con le grotte abbinato ad un discorso scientifico nuovo e quasi all’avanguardia. Seguendo il principio "prima si raccoglie, poi si esamina e si studia", si è pensato di scendere in una grotta a raccogliere campioni e materiali da esaminare poi in laboratorio dove poi poter trarre delle considerazioni sull’ambiente ed in particolare sulla biodiversità.
Per la prima fase, che si è svolta di mattina, è stata scelta la Grotta dei Pisoliti (Grotta a NW di Fernetti, 1264/4203 VG), che è stata attrezzata sia per la discesa in corda che con la scaletta. Questa cavità, nota soprattutto per la presenza di alcune splendide concrezioni e di vaschette contenenti acqua di stillicidio dove si formano numerosi pisoliti ("perle di grotta"), è stata per molti anni una stazione di nidificazione dell’allocco (Strix aluco), un rapace notturno simile ad una civetta ma di dimensioni maggiori. Alcuni anni fa in questa grotta sono stati raccolti molti dati sulla presenza di micromammiferi predati dal rapace in oggetto. Questi dati assieme a molti altri raccolti in altre grotte del Carso sono stati oggetto prima di una tesi di laurea e poi di una pubblicazione scientifica (Cristofoli L., Dolce S., Bressi N., 2002 - L’alimentazione dell’allocco nella Venezia Giulia. Atti Mus. civ. Stor. nat. Trieste, 49: 169 - 186). Va precisato che i rapaci notturni ingoiano le prede praticamente intere e poi rigurgitano il materiale (ossa e pelo) non digerito sotto forma di pallottole dette cure, borre o boli alimentari. L’esame di questi resti di pasto e lo studio degli ossicini contenuti ci può dare utili informazioni sullo spettro di alimentazione del predatore, ma anche dati utili sulla biodiversità e quindi sulla "salute" dell’ambiente naturale.
 
Il materiale raccolto dai corsisti è stato veramente molto abbondante, grazie alle indicazioni dei responsabili scientifici del corso, Sergio Dolce e Andrea Colla. Ritornati in superficie e graziati dalla pioggia incombente, tutti si sono trasferiti nella sede del CAT per trascorrere un pomeriggio "alternativo". Qui infatti è stato allestito un particolare laboratorio scientifico: non solo le solite lenti di ingrandimento, ma addirittura un microscopio "digitale" collegato al computer e ad un monitor tv di grandi dimensioni. Così tutti hanno potuto assistere all’esame dei reperti raccolti ed anche eseguire le foto di quanto inquadrato dal microscopio. Con le spiegazioni dei relatori si è potuta constatare la presenza, nella dieta del predatore e quindi anche sul territorio, di molte specie di micromammiferi appartenenti a varie famiglie, di qualche resto di pipistrello e di vari resti di insetti. Possiamo affermare che il tempo è "volato" grazie soprattutto al coinvolgimento "attivo" di tutti i partecipanti. Alla fine della giornata il direttore del corso, Franco Riosa, ha consegnato a tutti i corsisti l’attestato di partecipazione.
Sergio Dolce