Il presente lavoro vuole fornire un panorama storico - geologico - esplorativo del Campo di Osoppo (Friuli Venezia Giulia - Italia). L'area presa in esame comprende il Colle di Osoppo, la Fortezza, il Colle di San Rocco, il Col Vergnal e tutto il territorio comunale circostante. Il Club Alpinistico Triestino, impegnato da cinque anni nelle campagne di ricerca sul luogo, ha esplorato, rilevato e catastato (per il momento), 50 ipogei tra naturali e artificiali. I risultati, così ottenuti, hanno suggerito al Comune di Osoppo (in collaborazione con il CAT), di avviare un progetto per la valorizzazione turistica del Forte che - in aggiunta alle numerose presenze storico - ambientali già visibili - includa anche la divulgazione didattica dei suoi principali fenomeni sotterranei.
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
La cittadina di Osoppo è situata nel nord est dell'Italia, nella Regione Friuli Venezia Giulia, in Provincia di Udine ed è capoluogo di Comune. Si trova a 184 metri slm e copre una superficie comunale di 22,1 Km². La popolazione, con le frazioni di Rivoli e Pineta, supera le 2800 unità. Situata nella piana del fiume Tagliamento, sulla riva sinistra del fiume, è un importante centro industriale, con grandi stabilimenti siderurgici, metallurgici e della plastica. Per giungervi, via terra, si deve percorrere l'Autostrada A23 nella direzione Tarvisio - Udine-Trieste" ed uscire al casello "Osoppo - Gemona", oppure seguendo la Strada Statale n. 463 "Osovana". L'abitato è stato duramente colpito dal terremoto del 1976 e, quindi, come molti altri centri urbani limitrofi, è stato largamente ricostruito.
IL FORTE DI OSOPPO
Le origini della fortezza di Osoppo, con le sue funzioni difensive, sono molto antiche: una data certa è il VI secolo dopo Cristo, ma recenti ritrovamenti di reperti, databili al 16 a. C., sembrano confermare la tesi secondo la quale, già in epoca romana, su questo luogo sorgeva un castrum.
La cosa è quantomeno logica, vista la posizione strategica del colle, quasi al crocevia di congiunzione di antiche strade consolari con quella principale che conduceva ad Aquileia. Notizie di questo castrum - anche se basate sulla tradizione orale - vennero pubblicate già alla fine del secolo scorso. Ricostruire le tappe fondamentali della storia della fortezza è abbastanza facile perchè la cronaca storica, nella maggioranza dei casi, si basa su fatti d’arme e, nel caso di Osoppo, sembra che gli assedi e le guerre si siano susseguiti da sempre e a ritmo incalzante. Come si è detto, è abbastanza probabile che il forte esistesse già in epoca romana. Distrutto in due riprese, prima dagli Unni e poi dagli Avari, intorno all’anno 1000 venne assoggettato dal patriarcato di Aquileia. Da questi venne dato, nel 1328, in feudo alla famiglia dei Savorgnano i quali lo tennero per quattro secoli e, indubbiamente, furono quelli che vi lasciarono l’impronta più profonda, specialmente con Gerolamo, il quale lo potenziò dal punto di vista difensivo tanto che, nel 1514, seppe tener testa con 700 uomini (tra militari e contadini del luogo) all’assedio di 4.300 soldati asburgici, comandati da Cristoforo Frangipane, conte di Veglia. Bombardati da otto bocche da fuoco di grosso calibro, gli assediati resistettero per un mese e mezzo senza capitolare. «Abbiamo fatto un molino - scriveva lo stesso Gerolamo - quale è a sufficienza per l’uso nostro: biava per noi e per li cavalli» e, quando venne a mancare l’acqua, quegli uomini ricorsero al vino per dissetarsi e per fare il pane. Al quarantaseiesimo giorno arrivarono gli aiuti dalla Serenissima, comandati da Bartolomeo d’Alviano. La storia della fortezza, però, non si ferma al XVI secolo, ma prosegue fin quasi ai giorni nostri.
Passata da un dominio all’altro, ogni esercito si è prodigato a rinforzare le difese e a crearne delle nuove, più consone ai tempi. Il 25 maggio 1797 il forte venne occupato dalle truppe francesi che abolirono tutti i diritti giurisdizionali dei Savorgnano. In quello stesso anno, Napoleone Bonaparte visitò la fortezza e ordinò il potenziamento delle difese reputandolo indispensabile - assieme a Venezia, Legnago, Mantova e Peschiera - per una linea efficace di difesa del territorio italiano. Durante questo periodo vennero demoliti parte del castello vecchio e la chiesetta di Santa Colomba, venne praticamente rifatta la strada che conduceva al forte (lungo la quale vennero sistemati caposaldi e batterie) e, in occasione di una seconda visita di Napoleone, la collinetta che si trova quasi al centro del forte venne battezzata col suo nome. Tra il primo ed il secondo decennio del 1800, sconfitti i Francesi, presero possesso della fortezza gli Austriaci i quali conservarono, rafforzandole, le difese costruite dai bonapartisti. Nel 1848, altro epico assedio. Siamo nel periodo dei moti patriottici per formare il Regno d’Italia: il 23 aprile, 364 rivoluzionari, provenienti da varie parti, si rinchiusero nel forte, assediati dall’esercito austriaco; il 14 ottobre furono costretti a capitolare e ad arrendersi per fame. Prima di riprendere possesso del forte, gli Austriaci resero loro l’onore delle armi.
E arriviamo così al principio del XX secolo: in questo periodo vennero costruiti nuovi casermaggi ed il forte corazzato con le sue cupole d’acciaio armate di cannoni; venne anche abbattuto il primo piano del vecchio castello (che i francesi avevano lasciato e utilizzato come magazzino) perchè limitava l’azione dei cannoni verso il lato nord del forte corazzato. Tutte le difese apportate non vennero mai utilizzate nel corso della Grande Guerra e, nel 1930, le cupole furono smantellate. Nel settembre del 1943 il forte venne occupato dalle truppe tedesche e, nell’ultimo periodo bellico, subì violentissimi bombardamenti da parte degli Anglo-americani. Purtroppo le bombe alleate dell’ultima guerra mondiale ed il terremoto del 1976 hanno praticamente raso al suolo la gran parte degli edifici. Oggi, infatti, sono pochissimi i fabbricati ancora in piedi e quei pochi, per lo più, sono in equilibrio precario. Quello che, forse, ha resistito di più è il complesso di gallerie e cunicoli sotterranei, scavati dai difensori del forte fin dal XVII secolo, anche se c’è da supporre che una certa parte di questi sia franata e, forse, irrimediabilmente perduta. Peccato perchè nella fortezza di Osoppo, ogni fabbricato ed ogni sotterraneo parla, racconta una sua storia, racconta una sua tragedia... Basta saper ascoltare!
STORIA DELLE ESPLORAZIONI
Se la nostra Sezione Ricerche e Studi su Cavità Artificiali ha potuto e può tuttora svolgere delle ricerche nel cosiddetto "Campo di Osoppo", non bisogna certo ringraziare il caso. Le esplorazioni sono state rese possibili grazie all'interessamento del dott. Ruggero Calligaris, che, legato al nostro Club da un rapporto di reciproca fiducia ed amicizia, una volta accertata la nostra disponibilità, manda avanti un suo vecchio progetto inoltrando la domanda al Comune di Osoppo per ottenere il nullaosta alle ricerche ed ai rilevamenti delle cavità artificiali della Fortezza. Il Comune, come da prassi, trasmette la domanda alla Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia - Ufficio di Udine, che in data 18 marzo 1993 dà parere favorevole.
È il 2 giugno del 1993, quando il Comune di Osoppo, ci affida l'incarico di esplorare e rilevare gli ipogei artificiali conosciuti che si aprono sotto il Forte e nella zona circostante, inquadrando tale lavoro nell'ambito del piano di recupero e di valorizzazione dell'area. Nella stessa data, ci viene anche consegnato il permesso di accesso con autoveicoli alla Fortezza. Il passo seguente da parte nostra è quello di prendere gli opportuni contatti per concordare le modalità con cui poter lavorare senza incorrere in "incidenti di percorso", legati a norme locali o a vincoli burocratici a noi sconosciuti. Inizia quindi un lungo lavoro a tavolino, necessario per conoscere a fondo il terreno sul quale dovremo muoverci, che ci vede studiare come scolaretti su vecchi libri e documenti reperiti presso l'Archivio Diplomatico di Trieste e su alcune pubblicazioni forniteci dal Comune di Osoppo. Finalmente, nel marzo del 1994, si dà inizio alle prime esplorazioni vere e proprie, cominciando con un sopralluogo al sito. Ci rendiamo subito conto che il lavoro da svolgere è veramente tanto e allora, rotti gli indugi, iniziamo, compatibilmente con gli impegni istituzionali della nostra società, l'attività di campagna, dapprima con squadre ridotte, poi, dopo aver diviso la zona in settori ed organizzato il lavoro in maniera organica, più numerose. Un aiuto incredibile, tanto gradito quanto inaspettato, ci viene offerto dall'amministrazione Comunale che ci mette a disposizione un prefabbricato da utilizzare come base logistica per le nostre esplorazioni. Mai nel corso della nostra attività speleologica abbiamo trovato nelle autorità tanta generosità e spirito di collaborazione. Uno tra i maggiori ostacoli incontrati nel corso del nostro lavoro è stata senza dubbio la vegetazione, che in questi ultimi anni si è letteralmente impadronita del colle avvolgendo le strutture esistenti in una fittissima ragnatela verde. E notevoli sono state le difficoltà nel muoversi o nell'avvicinarsi ai vani seminascosti. E come ogni "giungla" che si rispetti, anche la fauna (zanzare, ragni, scorpioni e altri insetti) ci ha creato qualche grattacapo, risoltosi con punture più fastidiose che altro. Ma quella che è stata per noi una fonte di disagio, va evidentemente a genio ad un'altra fauna a noi familiare. Numerosi sono stati infatti i pipistrelli (probabilmente Rhynolophus ferrum-equinum - Schreb.) da noi trovati appesi al soffitto delle gallerie sotterranee. Meno fastidioso, ma fonte di ben più gravi preoccupazioni, è stato il problema delle strutture pericolanti. Infatti il ben noto sisma del 1976 ha gravemente danneggiato le strutture esistenti sul colle, come se non ci avessero già pensato le guerre e l'usura del tempo. Ma se le condizioni degli imbocchi hanno talvolta destato preoccupazioni, bisogna dire che tutto sommato, tranne rare eccezioni, le strutture interne hanno ben resistito.Nessun problema invece è stato causato dai concomitanti lavori di restauro in atto sulla Fortezza, che anzi ci sono stati di aiuto, non solo per lo sfoltimento della vegetazione, ma anche per un costruttivo rapporto di collaborazione instaurato con i responsabili. Sul piano dei ritrovamenti non c'è nulla da dire, in quanto, a parte immondizie di vario genere, nessun reperto è stato da noi rinvenuto nel corso delle esplorazioni a testimonianza del fatto che le cavità da noi indagate erano già state oggetto di visite da parte di "ricercatori" di altro genere.
I rilievi topografici sono stati eseguiti mediante nastro metrico, utilizzo di bussole ed inclinometri Suunto con precisione di un grado, tenuti a mano. Le relative posizioni topografiche sono state calcolate mediante poligonali con i punti noti della cartografia, da noi utilizzata anche per il calcolo delle quote d'ingresso. Le carte topografiche utilizzate, cui fanno riferimento tutti i dati catastali, sono quelle realizzate dalla Regione Friuli - Venezia Giulia in scala 1:5.000, e precisamente gli elementi 049092 "Osoppo", 049103 "Lessi" e 049131 "Col Vergnal". Per tutte le cavità dotate di due o più entrate, ai fini del calcolo delle posizioni e della quota altimetrica è stato preso in considerazione il solo ingresso principale. Nel corso delle varie esplorazioni, ci siamo trovati di fronte anche ad alcune cavità naturali, comunque utilizzate dall'uomo, e fedeli alle nostre origini le abbiamo incluse nel nostro lavoro, presentando quelle inesplorate al Catasto Regionale delle Grotte del Friuli - Venezia Giulia, ed aggiornando i rilievi e le posizioni di quelle eventualmente già note. A tutt'oggi, gli ipogei che la Sezione Ricerche e Studi su Cavità Artificiali ha esplorato e rilevato ammontano a 33 sul Colle di Osoppo, 5 nel Vallo Napoleonico, 10 sul Colle di San Rocco e 2 sul Col Vergnal. Il tutto per un totale di 50 cavità tra artificiali e naturali, alle quali abbiamo attribuito una sigla progressiva. Ma non finisce qui, perché i lavori continuano e siamo sicuri che la vegetazione del "Campo di Osoppo" nasconde ancora altri segreti tra le sue fitte fronde!
TIPOLOGIA DEI 50 IPOGEI DEL CAMPO DI OSOPPO
11 GROTTE NATURALI
O8 Cavernetta sotto il Bastione Veneto Ovest
O17 Grotta di Santa Colomba
O18 Riparo sotto la Punta meridionale
O22 Grotticella presso il Colle Napoleone
O24 Grotta I di Osoppo o Grotta di Zumpìn
O25 Grotta II di Osoppo
O33 Caverna dei Cosacchi
SR4 Grote di Gasparat
SR8 Caverna del Colle di San Rocco
SR10 Cavernetta del Colle di San Rocco
CV1 Caverna del Col Vergnâl
20 GALLERIE E RIFUGI ANTIAEREI
O10 Galleria italiana sotto il terrapieno del Magazzino Italiano
O14 Rifugio presso il complesso delle Caserme "alla Prova" italiane
O19 Prima galleria della Piazza d'Armi
O20 Seconda galleria della Piazza d'Armi
O23 Rifugio italiano sopra la strada napoleonica
O27 Rifugio italiano antiaereo
O28 Galleria sotto il Forte di Osoppo
O31 Cunicolo presso il Passaggio a livello
VN1 Primo rifugio italiano del Vallo Napoleonico
VN2 Secondo rifugio italiano del Vallo Napoleonico
VN3 Terzo rifugio italiano del Vallo Napoleonico
VN4 Camminamento italiano del Vallo Napoleonico
VN5 Quarto rifugio italiano nel Vallo Napoleonico
SR1 Prima galleria sul Colle di San Rocco
SR2 Seconda galleria sul Colle di San Rocco
SR3 Terza galleria sul Colle di San Rocco
SR6 Quarta galleria sul Colle di San Rocco
SR7 Rifugio sotto il Colle di San Rocco
SR9 Quinta galleria sul Colle di San Rocco
CV2 Galleria - rifugio del Col Vergnâl
8 POLVERIERE SOTTERRANEE
O1 Prima Galleria italiana sotto la Polveriera
O3 Polveriera italiana a Sud Ovest
O4 Seconda Galleria italiana sotto la Polveriera
O5 Magazzino munizioni italiano prima del Forte Corazzato
O12 Magazzino polveri italiano presso la Casa del Tamburo
O13 Polveriera italiana in caverna sotto il Colle Napoleone
O21 Riservetta munizioni italiana "in barbetta"
O26 Casotto degli esplosivi vicino al Bastione Veneto della Porta
2 OPERE DIFENSIVE / OFFENSIVE SOTTERRANEE
O6 Forte Corazzato "Batteria Sud" italiano
O7 Galleria italiana in roccia punta meridionale
4 POZZI E CISTERNE
O15 Cisterna del complesso delle Caserme "alla Prova" italiane
O29 Stazione di pompaggio dell'acqua sul Colle Napoleone
O30 Galleria della "Sorgente in Salita"
O32 Pozzo nella Chiesa di San Pietro
5 ALTRI
O2 Corpo di Guardia tra le Gallerie italiane sotto la Polveriera
O9 Corpo di Guardia napoleonico
O11 Antica postazione con cella
O16 Galleria sotto il Castel Novo
SR5 Piccolo vano del Colle di San Rocco