Un itinerario "preistorico"

Quando si parla di preistoria spesso non si prende in considerazione l’importanza che la zona del Carso triestino riveste in questo campo. Invece i siti d’importanza archeologica sono numerosi e la documentazione dei vari periodi culturali inizia addirittura dal Paleolitico inferiore ed è quasi continua fino alle soglie dell’inizio della “storia”. La sezione didattica del CAT pertanto propone un itinerario che permette di avere una panoramica sull’argomento, visitando con un percorso ad anello alcuni luoghi che, da un punto di vista archeologico, sono tra i più importanti d’Italia.

(Clicca sull'immagine per ingrandire)

Il percorso

riparo di visoglianoSi parte dal paese di Slivia (Trieste) percorrendo la carrareccia in direzione di Visogliano. Superato il passaggio sotto la linea ferroviaria, si imbocca sulla sinistra un sentiero poco evidente che porta alla dolina dove è situato il Riparo di Visogliano. Questo luogo è stato oggetto di scavi (e lo è tuttora) che hanno dato alla luce anche resti di ominidi databili tra la fine della glaciazione di Mindel e la successiva fase interglaciale (quasi mezzo milione di anni fa). I manufatti litici (pietre scheggiate) dimostrano una lavorazione molto primitiva tipica del Paleolitico inferiore. Molto interessanti anche i resti faunistici che dimostrano un’alternanza di periodi con climi diversi. Partendo dall’alto verso il basso, e quindi da periodi recenti a quelli via via sempre più antichi troviamo ad esempio resti di marmotta e di Microtus nivalis che indicano un clima di prateria montana. Negli strati successivi la presenza di alcune specie di micro mammiferi, come la piccola lepre fischiante del gen. Ochotona, ci dice che ci troviamo in presenza di un clima tipico di una steppa continentale fredda. Sotto ancora si alternano specie di un ambiente meno freddo per ritrovarle poi ancora più sotto in un ambiente nuovamente continentale freddo. I grandi mammiferi sono rappresentati da resti di cervo, daino, capriolo, cavallo, rinoceronte ed elefante. La presenza dell’uomo è testimoniata fin dagli strati più profondi con schegge e strumenti di selce. Nella breccia ossifera situata nel bel mezzo della dolina sono stati inoltre rinvenuti una emimandibola ed alcuni denti di ominide (Homo heidelbergensis). Le didascalie dell'immagine sono tratte da Bartolomei G., Tozzi G., 1977 - Il giacimento di Visogliano del Pleistocene medio con industrie del Paleolitico inferiore. Atti Soc.Preist.Prot. Friuli-Venezia Giulia, 3: 5 - 17.

grotta lindnerSi ritorna quindi a Slivia per dirigersi verso San Pelagio. Dopo le ultime case del paese si prosegue per il sentiero che parte in direzione sud e che porta ad altri siti preistorici molto importanti, come la Grotta Lindner, la Grotta Pocala ed il Castelliere di Slivia. La Grotta Lindner (foto) è una cavità che è stata frequentata nella sua caverna iniziale durante l’epoca dei castellieri: è molto probabile che furono gli stessi abitanti dei vicini castellieri di Slivia a lasciarvi alcuni manufatti, forse a scopo votivo. Resti ancora più recenti, quali anfore, vasi e ceramiche, documentano una frequentazione in epoca romana.

 

grotta pocalaMolto abbondanti sono invece i resti rinvenuti nella Grotta Pocala (foto) di Aurisina a partire dalle prime ricerche avvenute nel 1898 ad opera del Moser. I primi risultati certi sono legati agli scavi effettuati dal Marchesetti dal 1904 al 1907. Nel ricchissimo deposito accumulatosi al fondo della grotta furono rinvenuti moltissimi resti di orso delle caverne, assieme a resti di leone, leopardo, iena, bisonte e renna. Abbondanti anche i manufatti consistenti in strumenti litici attribuibili al Neolitico (quelli più superficiali) ed al Paleolitico Medio (quelli degli strati più profondi). Quest’ultimi risultano tipici dell’industria di tipo Musteriano e quindi da attribuire all’Uomo di Neanderthal. VEDI PIANTA

 

castelliereTornando verso Slivia, una piccola deviazione ci permette di salire sul colle dove sorgeva uno dei due castellieri. I castellieri erano villaggi protostorici spesso fortificati da una o più cinte murarie in pietra a secco. Nell’area del Carso e dell’Istria i castellieri erano molto numerosi: se ne contano 24 solo in provincia di Trieste e oltre 500 in Istria. La loro diffusione copre un arco di tempo che va dall’età del bronzo medio all’età del ferro. Il Castelliere di Slivia sorgeva su una collina alta 200 metri e di esso sono visibili i resti delle mura che attualmente formano una imponente maceria: la cinta muraria esterna misura ben 270 metri. Le ricerche effettuate dal Marchesetti e quelle successive diedero alla luce reperti risalenti al Bronzo medio-recente (datazione con radiocarbonio: 1460 a. C.) e all’età del Ferro. A soli 400 m di distanza è situato il Castelliere II di Slivia, che è stato abitato per un breve periodo nell’età del Ferro.

DEPLIANT ITINERARIO PREISTORICO DI SLIVIA