Pulito il Pozzo presso Precenico

pulizia abisso precenicoCome preventivato, il gruppo di migranti che ha aderito al progetto delle associazioni MiTi, CAT e ICS, si sono rimessi al lavoro, da volontari, per pulire le cavità carsiche riempite nei decenni passati di tonnellate di rifiuti. Domenica è stata la volta del Pozzo di Precenicco, tra Precenico e Malchina, dove tra la vegetazione illirica affiorano non solo calcari dolomitici e splendidi campi carreggiati ma anche una quantità di copertoni, lavatrici, auto in ferro per bambini anni '60, sacchi di cemento, stendibiancheria, scaldabagni, tinozze, pentole, barili. Insomma, è la predominanza netta del ferro a farci capire che l'origine della discarica a cielo aperto è antica, almeno 40-50 anni, perché di plastica se ne trova molto poca mentre predomina nettamente il materiale ferroso.

Nove uomini e un'unica donna (Rose, dal Camerun) sono stati accompagnati da rappresentanti dell'associazione MiTi e del Club Alpinistico Triestino, che dopo un sopralluogo hanno individuato in questa grotta-pozzo un sito abbandonato dalla memoria, lasciato nell'incuria più totale, perché mascherato dalla vegetazione. Qualcosa di inquinante c'era, come la batteria di una automobile, ma, come si diceva, la grande presenza di reti e materiale ferroso in genere lascia tranquilli, almeno, sul fatto che non vi sia stato inquinamento del sottosuolo.

La grotta è bella: presenta tre impervie pareti verticali coperte da grandi lingue di cervo. Il nome non lasci perplessi: si tratta di grandi felci la cui bellezza contrasta con la disarmonia dell'immondizia accumulata alla base delle pareti (unica accessibile quella nord-ovest), che consente al gruppo una agevole discesa che sarà molto più faticosa da ripercorrere a pieno carico al ritorno. Alcune centinaia di kg che domani la nettezza urbana del comune di Duino Aurisina asporterà dal bordo della strada, dove faticosamente, con 150 metri di sentiero nel bosco, il gruppo l'ha depositata.

E' stato necessario dedicare la prima ora alla realizzazione di gradini di accesso per superare la trentina di metri scoscesi e fangosi che portavano alla base della grotta. Qui si è vista la perizia di Babr, Alfa, Sahid nel piantare picchetti e tagliare tronchi caduti al suolo per forgiare gradini di sicurezza e tutti hanno potuto apprezzare i panini-kebab di Masullà. Tre giovani in età da scuola, i più bravi infatti a parlare italiano, hanno presidiato la cavernetta allargata artificialmente durante la prima guerra mondiale dall'esercito Austro-ungarico, dove sono stati depositati i rifiuti in una prima fase, cui è seguito l'asporto definitivo con l'ausilio delle funi predisposte da Sergio. Quando è saltato fuori un pallone di calcio del quale non si poteva nemmeno intuire il colore originario, i giovani hanno spalancato il sorriso iniziando a discutere delle loro squadre preferite, Milan, Real Madrid e Juventus, prima di risalire in automobile per far ritorno a casa.

Dario Gasparo

 

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