Pre spedizione speleo archeologica Vrgorac 2012

Il Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino, assieme agli amici della A.F. Lindner di Ronchi dei Legionari e del Forum Julii di Cividale, ha organizzato un sopralluogo approfondito nella località croata di Vrgorac alle pendici della catena del Biokovo tra le zone di Itmosko e Makarska, al confine con la Bosnia. Coordinato da Erika Jurišević e Marko Cesarec, il “mini campo” ha permesso una prima visione generale del territorio dal punto di vista geologico e speleologico.

Dietro espresso invito delle autorità locali e grazie alla stretta collaborazione con gli abitanti del posto è stato possibile già scendere tre cavità e fare i rilievi topografici di due. Il potenziale ipogeo è evidente dal punto di vista speleologico per la quantità di cavità presenti e interessante per i subacquei in quanto la maggior parte di queste presentano sifoni finali e gallerie allagate inesplorate.

Queste tipologia di grotte si aprono a pozzo all’interno di un enorme polje, non mancano però anche le gallerie fossili ricche di concrezioni poste ai lati o sulla sommità delle colline a ridosso della piana. In questa specifica zona non si raggiungono ovviamente vertiginose profondità dal momento che attorno ai – 80 m, – 200 m si trova l’acqua, a seconda della quota dell’ingresso, però la parte subacquea è notevole e potrebbe serbare delle belle sorprese, invece una escursione sulla sovrastante catena montuosa del Biokovo ci ha fatto piacevolmente capire che il potenziale verticale ipogeo può aumentare notevolmente! Le grotte trovate e segnalate finora dai locali sono state tutte georeferenziate.

Come sempre le zone di frontiera offrono una ricchezza culturale particolare come dimostra l’etno - villaggio di Kokorići e gli altri piccoli centri abitati dalle caratteristiche costruzioni. L’ultimo giorno ci siamo concessi una deviazione per il delta della Neretva dove il paesaggio si colora dell’arancio dei mandarini, ci siamo spinti poi fino nell’area di Itmosko per la visita ai laghi Modro Jezero e Crveno Jezero, fenomeni carsici spettacolari. La zona di Vrgorac è particolarmente interessante dal punto di vista idrologico, faunistico ed archeologico, la “respirazione” del polje principale condiziona la vita e l’economia di questo territorio ed è proprio questo che ci ha spinti a organizzare per l’anno prossimo un campo speleo e speleo subacqueo con finalità scientifiche oltre che esplorative.

Si ringrazia il sig. Prvan per l’appoggio, il giornalista Branko Radonic per averci dedicato ampio spazio sul giornale locale e gli abitanti di Vrgorac per la disponibilità e l’aiuto senza i quali le nostre attività sarebbero state impossibili. Hanno partecipato: Erika Jurišević, Marko Cesarec, Clarissa Brun, Massimo Razzuoli (CAT), Elisabetta Miniussi, Ugo Stocher (A.F. Lindner), Simona Franz (Forum Julii Speleo).

Da Rijeka (Fiume) a Vrgorac sono cinque ore spaccate lungo l'autostrada croata che, da una parte, velocizza e semplifica il viaggio ma dall'altra taglia e nasconde luoghi e paesaggi splendidi che oramai ricordiamo con fatica. Lasciamo l'attrezzatura nell'Hotel Prvan a Vrgorac, una cittadina piccola ma viva e brulicante (soprattutto di moto sportive). Il pomeriggio procede in una passeggiata orientativa attorno e attraverso la zona di Kokorići.

Il carsismo si sviluppa a Kokorići tramite fenomeni di polje e precisamente overflow polje: distese relativamente piatte e fertili (flisch) con uno strato di sedimento sulla superfice che risulta periodicamente allagata (appunto overflow) perché inserita in un sistema di risorgive ed estavelle. Questo tipo di geomorfologia è molto importante per individuare paesaggi di epoche antiche dato che è idonea all'agricoltura (insediamento). Non a caso, passeggiando attraverso il villaggio di Pervani si notano un castelliere dell'età del Bronzo (individuato ma non studiato) e un insediamento (allevamento e agricoltura) di epoca medioevale costruito interamente con tecnica di murature a secco inserite in un complesso sottoroccia.

Grotte individuate: 2.

La sera incontriamo il signor Zvonimir Pervan, il proprietario dell'Hotel che narra delle esplorazioni speleologiche, speleosubacquee, geografiche e archeologiche operate sul territorio; saltuarie ed effimere. Ci sembra un uomo appassionato, dedito e di parola e subito si instaura un buon rapporto.

Il giorno seguente ci accompagna in macchina di persona. Facciamo il "giro largo" restando sempre nell'arco di circa 10 km da Vrgorac. Ogni tanto ci fermiamo, facciamo qualche foto e prendiamo le posizioni topografiche.

Grotte individuate: 6.

Nel caldissimo pomeriggio rimaniamo da soli e ci inoltriamo nuovamente nella zona di Kokorići per cercare un insieme di grotte tra l'altro segnate sulla carta e esplorate solo in parte. Individuiamo la cosiddetta Mala Betina (Piccola Betina), subito vicino al sentiero che porta al posticino detto Crip. Veniamo fermati da un contadino che con molto entusiasmo ci offre generosamente il suo aiuto.

Si tratta di un presunto sistema sotterraneo di grotte profonde in media da 50 a 80 metri dopo i quali affiora l'acqua della risorgiva. Nella cosiddetta Betina Gigantea sono state effettuate esplorazioni dove gli speleosub di Spalato si sono spinti fino a un certo punto ma poi tornati indietro a causa della pessima visibilità.

Grotte individuate: 3 + 2 cavità artificiali e un riparo.

La mattina del nostro ultimo giorno a Vrgorac incontriamo il signor Borislav Dominiković, sindaco del paesetto a circa 7 km di distanza, precisamente Otrići Seoci.

Dimostra vivo interesse; facciamo un giro in macchina e ci fa vedere altre due grotte inesplorate. La prima è una sorta di "Impossibile" triestina, ma questa purtroppo cementata dalla superstrada. Il sindaco conserva fotografie e disegni della grotta cementata e ci fa anche vedere l'accesso artificialmente scavato durante un saggio che secondo i suoi calcoli dovrebbe essere non più di 25 metri dalla grotta. Egli individua lo stesso buco anche dall'interno della grotta (molto concrezionata) da lui fotografata e visitata ma ora non più accessibile.

La seconda grotta è situata nel paese di Otrići, vicino a un cimitero e secondo le parole di Dominikovic l'accesso è molto stretto all'inizio e stando alle sue parole a un certo punto si sente rumore d'acqua. Egli aveva assistito all'esplorazione di un giovane calatosi con la corda ma senza attrezzatura né luci adeguate, motivo per cui tornò in superficie dopo esser arrivato a un punto dove proseguiva in verticale.

Una volta tornati in Hotel, ci aspetta il giornalista Ante Primorac di quotidiani noti in Croazia (Jutarnji List e Slobodna Dalmacija) che ci intervista.

L'ultima tappa è quella della cava di Paklina, una delle cave di bitume più antiche della Croazia (stando alle fonti scritte: attiva dal 1753 ma con una ottima probabilità anche in epoche più antiche. Si tratta di una cava di bitume naturale (pissasphaltus) abbandonata; sfruttata con lo scavo in profondità (max 50 m) fino al 1961, dopo il quale si procedette nello scavo in orizzontale. Si è osservato che dopo periodiche interruzioni i settori scavati si riempivano nuovamente, velocemente e naturalmente di bitume. Esiste un rilievo del 1945 (1:1000) custodito nell'archivio dell'Istituto di geologia di Belgrado (Serbia).
Il signor Pervan sostiene di averlo cercato per molto tempo ma di non esser riuscito a recuperarlo.

Ci accompagna gentilmente il signor Lorenzo Šoljak dato che non ci sono indicazioni concrete e nonostante qualche cartello è davvero difficile orientarsi.

Grotte individuate: 2 + una cava (cavità artificiale).

Dopo questa bella esperienza e tante scoperte inaspettate salutiamo Vrgorac e partiamo per Rijeka. Nei giorni seguenti faccio una ricerca riguardante i permessi e parlo con alcune persone del settore. Riesco a a contattare l'alpinista croato Stipe Božić, nato a 10 km da Vrgorac che mi mette in contatto con Tonči Rađa (Gruppo Grotte “Spiljar”) che ci offre la sua collaborazione. Egli sostiene che sono state rilevate 10 grotte nei pressi di Vrgorac.

In ogni caso mi segnala una grotta rilevata di 200 metri dopo i quali hanno raggiunto l'acqua e dove non hanno fatto esplorazioni speleosubacquee. Sono stati trovati 17 protei (dei quali adulti 26 - 28 cm) nell'inghiottitoio di Jasen; 10 pozzi in verticale che poi diventano gallerie orizzontali verso il fondo della grotta. La grotta è entrata nella classifica tra gli habitat biologici maggiormente significativi.

 

Erika Jurisevic

 

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