La Grotta Azzurra

 

Numero del catasto regionale del Friuli Venezia Giulia: 34

Numero vecchio catasto della Venezia Giulia: 257 VG

Link scheda del Catasto

 

PER RAGGIUNGERE LA GROTTA

tracciaSulla strada che da Gabrovizza porta a Samatorza, si incrocia sulla sinistra il sentiero n. 10. La carrrareccia è evidente fino a raggiungere il tracciato dell'oleodotto e al bivio successivo svoltare a destra in lieve salita. Ancora qualche minuto in mezzo alla vegetazione e sulla sinistra parte un sentiero in discesa che porta all'ingresso della grotta.

(Clicca sull'immagine per ingrandirla)

 

 

 

ingresso grotta azzurra

DESCRIZIONE

Questa grotta è molto importante per gli scavi archeologici che hanno messo in luce molti resti del neolitico e del mesolitico. Alla destra dell'ingresso si notano ancora gli avvallamenti, riempiti da detriti, che indicano il posto dove sono stati eseguiti gran parte degli scavi. Nel deposito argilloso del piazzale di fondo sono stati trovati invece resti di fauna del Quaternario, tra cui ossa di Ursus spelaeus (orso delle caverne).

Il nome di Grotta Azzurra è dovuto al fatto che, con tempo sereno, il riflesso azzurro del cielo è percepibile dal fondo guardando verso l'ingresso della grotta.

Superato il bel portale d'ingresso e seguendo un sinuoso sentiero che si snoda lungo il pendio detritico, si raggiunge dopo un centinaio di metri la base pianeggiante della sala principale. Da qui, sulla sinistra si prosegue per una sessantina di metri lungo una galleria che va progressivamente restringendosi fino ad incontrare un deposito calcitico che impedisce ogni ulteriore prosecuzione. Descrizione ramo Sud - Ovest: l'ingresso di questo ramo, poco frequentato, si apre a breve distanza dalla vasca per la raccolta dell'acqua che si incontra a destra, alla fine della discesa; si sviluppa sempre molto basso, in direzione Sud e quindi Sud Ovest ed Ovest. Il fondo, piano ed argilloso, non presenta possibilità di prosecuzione se si eccettua uno sprofondamento alla fine del ramo che parrebbe raccogliere le acque di stillicidio.

Epoca Preistorica


vaso grotta azzurraGià in epoca preistorica l'uomo si inoltrò fin nella parte più interna della cavità e forse vi abitò saltuariamente, anche se mancano prove sicure in proposito. Una numerosa comunità soggiornò invece per lunghissimo tempo nella dolina antistante la grotta e nell'atrio di questa, dando luogo all'accumulo di un potente deposito, spesso alcuni metri, nel quale vi sono abbondanti resti di ogni periodo. In un profondo scavo eseguito dal Radmilli, a ridosso della parete destra dell'ingresso, è stato raggiunto un livello contenente moltissimi oggetti di selce lavorata, di piccole dimensioni e di fattura particolare: si tratta di un'industria mesolitica che in questa grotta è stata per la prima volta accertata nell'ambito del Carso. Lo stesso livello è stato in seguito raggiunto da scavi sistematici effettuati in altre grotte carsiche (VG 1096, VG 2433, VG 4167, ecc.). Nelle argille della zona più profonda della grotta, invece, deve giacere una grande quantità di ossa di animali, probabilmente trascinate dalle acque assorbite un tempo dalla caverna. Il gen. Lomi rinvenne, con qualche limitato assaggio, molti resti di Ursus spelaeus e di altri animali pleistocenici assieme ad un dente umano.

Epoca moderna

Richiamato dalle segnalazioni, da parte degli studiosi, di un’abbondante stillicidio nella caverna, l’esercito austro-ungarico eseguì notevoli lavori di adattamento, in parte tutt’ora visibili, per trasformare la cavità in ricovero per le truppe e, soprattutto, un deposito d’acqua in una zona dove questa è praticamente introvabile. Infatti, ricorda ancora il Marchesetti: «A 60 m. della sua lunghezza presso la parete sinistra, evvi un largo bacino d’acqua sormontato da un massiccio stalattite pendente dall’alto a guisa di enorme ombrello chiuso, mentre un po’ più in basso, ma dalla parte opposta, le gocce, cadendo su uno strato di sabbia, vi hanno prodotto una successione di piccole ampolle, che ricordano, se anche in dimensioni ridotte, la famosa Grotta delle Fontane di San Canziano». 

vascaDurante la prima guerra mondiale nella grotta vennero attuati dei notevoli lavori di adattamento (foto). Di particolare interesse risultano le opere murarie realizzate per la raccolta dell’acqua di percolazione. Sul lato sinistro una grande formazione calcitica, che produce un copioso stillicidio, è circondata alla base da un muretto che convoglia l’acqua, tramite un canale, verso una vasca posta poco più in basso. Questo bacino idrico di raccolta delle acque, posto sempre sul lato sinistro della grotta, è capace di contenere 40 metri cubi d’acqua. Un altro gruppo di stalattiti è posto alla destra della caverna: qui alcune pietre infisse nel cordolo di cemento, che delimita il bacino di raccolta d’acqua, sono state identificate come il luogo dove venivano legati i cavalli dei soldati per abbeverarsi. Altri lavori, realizzati dall’esercito austro-ungarico, sono visibili subito dopo l’ingresso, sulla sinistra, dove si sviluppa una galleria artificiale che porta all’esterno. Questa galleria, munita di rozzi gradini, serviva sia per accedere alle preziose riserve idriche in caso di crollo dell’ingresso naturale, sia come via alternativa di fuga. All’epoca, nella dolina antistante e nel vestibolo della Grotta Azzurra vennero erette alcune baracche per il ricovero dei soldati.

 

Il rilievo della grotta Azzurra. Per apprezzare il suo sviluppo cliccare sull'immagine e si aprirà una finestra con l'immagine del rilievo e della pianta con dimensioni maggiori; i numeri sono i riferimenti tra sezione e pianta.

IMMAGINI

Sul link sottostante si possono vedere alcune fotografie della grotta, partendo dall'ingresso (interessante da un punto di vista botanico) fino al termine della grotta. Cliccando poi sulla singola immagine sarà possibile osservarla in un formato maggiore per cogliere anche i dettagli. 

Foto Gallery Grotta Azzurra

Foto Gallery Scuole alla Grotta Azzurra 

Altre esperienze didattiche alla Grotta Azzurra: Scuola Caprin nell'Aprile 2014

 

FAUNA 

La fauna cavernicola è rappresentata da specie troglofile come la cavalletta cavernicola (Troglophilus neglectus) che vive in zone di penombra nella parte iniziale della caverna, provvista di occhi ridotti e priva di ali

(altre foto di Troglophilus puoi vederle QUI). 

ed il ragno cavernicolo Meta menardi, particolarmente frequente nella piccola galleria artificiale a sinistra dell'ingresso e nella prima parte della grotta.

(altre foto QUI)

Procedendo verso il fondo possiamo incontrare il crostaceo isopode Titanethes albus, che frequenta gli angoli più umidi o si arrampica sulle stalagmiti bagnate (vedi le  foto QUI e il video più sotto). Nelle raccolte d'acqua vivono molti esemplari di crostacei anfipodi appartenenti alla specie Niphargus stygius.

(Altre foto QUI)

Lungo la china detritica, sotto i sassi, vivono alcune specie di coleotteri come Laemostenus cavicola, Orothrechus mullerianus e Bathysciotes khevenhulleri. Molto comune è il diplopode Brachydesmus subterraneus (nella foto)

(Altre foto QUI)

Visitando la grotta in inverno è facile scorgere qualche esemplare di pipistrello che trascorre il letargo invernale appeso a testa in giù sul soffitto o alle stalattiti. Le specie che frequentano questa grotta sono il ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) e il ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros - foto)

E' pure segnalato il pipistrello di Nathusius (Pipistrellus nathusii), un vespertilionide che generalmente non frequenta l'ambiente cavernicolo.

 

VIDEO

Un breve video ci fa vedere chi sono i veri abitatori di questa grotta... GUARDA

Per approfondire la conoscenza sugli animali che vivono nelle grotte CLICCA QUI

 

DEPLIANT GROTTA AZZURRA

 

ALTRE GROTTE "DIDATTICHE"

Grotta Bac

Grotta del Monte Gurca

Grotta dei Pipistrelli 

Grotta del Paranco 

Grotta dell'Acqua

Grotta di Crogole

Grotta Romana