Breve descrizione dei rami

rilievo kbAttualmente la visita del complesso “Kleine Berlin” avviene attraverso l’ingresso riservato ai soldati tedeschi (IV ingresso). All’epoca, l’accesso erano munito di un cofano militare in cemento che venne demolito, nel 1948, ad opera del Gruppo Rastrellatori Bombe e Mine di Trieste. Nell’occasione venne interrato anche l’ingresso principale al ricovero. Questo, camuffato da una costruzione in cemento, era posizionato dove, attualmente, si trova il marciapiede posto sotto il muretto della strada che collega la Via Fabio Severo con la Via di Romagna.

Dopo aver percorso il primo tratto di galleria si giunge ad un incrocio (1); proseguendo dritti si arriva in una stanza dove era stato predisposto il basamento per un generatore (2), prima di entrare nella stanza, sulla destra, un breve cunicolo conduce a una porta. Superatala si percorre una galleria, in lieve discesa, che porta all’ex ingresso principale del ricovero tedesco (3). Proseguendo lungo la galleria si gira a sinistra, per un breve tratto, per poi svoltare a destra fino ad imbattersi nello sbarramento che ostruisce l’accesso ai sotterranei del Palazzo di Giustizia (4). Questo ultimo tratto di galleria non viene quasi mai percorso dalle comitive, durante le visite, perché è invaso dall’acqua.

Ritornati al punto 1 si prosegue lungo il corridoio di sinistra sino ad intercettare la galleria principale (5) dalla quale si dipartono ben undici diramazioni laterali. Quelle del lato destro hanno tutte la lunghezza di circa 26 metri (6) mentre quelle del lato sinistro variano da una lunghezza che va dai 12 ai 25 metri ad esclusione di quella adibita ai servizi igienici (7), più corta, che non arriva ai 10 metri. Tra queste gallerie ce n’è una che presenta sulla volta un pozzo che, all’epoca, era munito di una scala a chiocciola (8). Questa serviva al generale Globocnik per recarsi dalla sua abitazione in villa Ara al posto di lavoro, presso il Tribunale di Trieste. Al termine della lunga galleria “tedesca” una porta (9) immette nel ricovero antiaereo comunale (10) che è costituita da una galleria lunga circa 250 metri, realizzata dalla ditta Emilio Colombo per conto del Comune di Trieste. Qui possiamo facilmente comprendere come la natura stia lentamente ma inesorabilmente, riprendendo il possesso dell’ipogeo.

Agli occhi del visitatore si presenta un ambiente riccamente invaso da stalattiti, stalagmiti e vaschette di concrezione nelle quali scorre perennemente un velo d’acqua. Il fenomeno, fortemente ridotto nella parte tedesca, si deve al fatto che l’ultimo tratto della galleria italiana non è mai stato cementato. Il risultato, per fortuna, è quanto mai gradevole e l’impressione che si ricava è quella di trovarsi in una grotta naturale carsica e non in un ipogeo artificiale e, per di più, in pieno centro cittadino.

 

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